Come conciliare l’aspetto dell’assistenza con il proprio ruolo all’interno della famiglia?
Solitamente, nella famiglia i ruoli e le funzioni sono definiti: i genitori hanno il ruolo di adulti e svolgono nei confronti dei figli la funzione di accompagnamento alla crescita.
Queste funzioni sono evidenziate da comportamenti di cura e di accudimento per assicurare la soddisfazione dei bisogni dei più piccoli.
I figli possono manifestare sorpresa e disorientamento e, in particolare per gli adolescenti, reazioni di rabbia davanti alla realtà del genitore che, a causa della lesione midollare, necessita delle attenzioni e delle pratiche di accudimento proprie della persona “piccola”: il bisogno di cure può essere percepito come “incapacità” o “rinuncia” rispetto alla funzione genitoriale. Per prevenire questo rischio, è importante che la coppia concordi una modalità di comportamento che mantenga ben distinti l’aspetto del “bisogno” per la gestione delle necessità quotidiane e l’aspetto della “funzione” di genitore/partner per quanto riguarda la condivisione delle responsabilità di adulto.
Ad esempio, è bene evitare di responsabilizzare eccessivamente i figli in giovane età rispetto alla gestione delle necessità terapeutiche/assistenziali; è importante accogliere le eventuali manifestazioni di disagio senza colpevolizzare i sentimenti negativi rispetto alla realtà familiare.
È più facile l’integrazione della nuova realtà quando la persona mielolesa e il partner/caregiver (chi si prende cura) non confondono l’inevitabilità della dipendenza con la stima e l’autostima, con la sessualità, con la possibilità di vivere la realtà familiare in modo paritario rispetto alla condivisione delle decisioni, all’espressione della tenerezza, alla partecipazione alla vita dei figli.
È importante che la persona che necessita di assistenza comprenda che il partner ha bisogno di tempo per sé anche fuori dall’ambiente domestico, per facilitare il “rifornimento” emotivo e cognitivo di cui ogni persona ha bisogno, per affrontare situazioni che espongono ad affaticamento, con rischio di accumulo di sentimenti negativi come risentimento, rabbia e impazienza.
Quando possibile, quindi, è opportuno fare affidamento su un aiuto domiciliare, anche per un tempo parziale.
Quando le relazioni non sono basate solo sulla “necessità”, è possibile vivere il piacere della relazione in famiglia, con gli amici, con il mondo esterno.
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Quali aspetti sono rilevanti al momento della dimissione?
Il rientro a casa comporta la separazione da una struttura, quella ospedaliera, vissuta come protettiva, sia relativamente agli aspetti di cura della persona sia agli elementi più legati allo spazio fisico, per esempio l'accessibilità. All'interno dell'ospedale, il confronto con le altre persone ricoverate, che vivono un'esperienza simile e con le quali vi è molto spesso la condivisione di problemi, può far sentire la persona più sicura. Il sentimento di sentirsi soli, una volta a casa, è frequente rispetto alle difficoltà che si pensa di dover affrontare. È importante che la persona abbia tutte le informazioni utili per la migliore gestione della propria situazione. L'attenzione può essere posta sia agli aspetti di cura della persona (addestramento del caregiver, valutazione dello spazio abitativo, ausili da utilizzare) sia a quelli che consentono un ritorno a una cittadinanza attiva (contatti con i servizi territoriali, associazioni presenti sul territorio). La possibilità di mantenere un rapporto con la struttura per problemi specifici rende la persona in grado di sentirsi aiutata nella soluzione degli stessi.
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Questo documento fa parte del libro Blue Book, 201 risposte alla mielolesione ed è stato realizzato grazie alle vostre donazioni.
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